
Io, La Corte e Alice Jane Raynor riapriamo la rubrica sui Punti di Vista in cui scriviamo qualcosa partendo da un punto di vista speciale.
C’era una volta
C’era una volta un piccolo bulbo azzurro che passava le sue giornate abbracciato alla Terra, ondeggiando tra i suoi movimenti, chiacchierando con gli abitanti della profondità e le acque di passaggio.
Dormiva durante il giorno, approfittando del tepore delle ore più calde, per stare sveglio la notte, più fresca e viva.
Un giorno, però, si accorse che la Terra stava cambiando: non era più calda e leggera, ma umida e pesante. Con il passare delle ore incontrava sempre più goccioline di passaggio e più rumore si sentiva provenire da sopra, più gocce scendevano sotto, fino a quando non vide passare un rigagnolo di gocce festanti.
«Che sta succedendo?» urlò a quella che guidava la massa,
«È tornata! È tornata, sii felice bulbetta!» le risposero quelle in fondo alla fila correndo via prima di spiegare al bulbo di chi stessero parlando.
Poi iniziò a sentirsi…strano, qualcosa era successo alle sue radici: erano più lunghe e forti e… lo stava spingendo verso l’alto! Spaventato, per dover lasciare quel solco nella Terra che l’aveva abbracciato per così tanto tempo, iniziò a dimenarsi cercando di aggrapparsi a quello che poteva.
Tutto fu vano.
L’urto con le pietre e i sassolini della Terra, ormai zuppa d’acqua, lo graffiavano e ad ogni colpo diventava sempre più verde; spaventato da tutto quel movimento chiuse gli occhi e si preparò all’impatto con la superficie quando… TAK!
Niente.
Sentì freddo, ma anche caldo e qualcosa di bagnato ma tiepido che gli colpiva il capo. Prese un respiro profondo e si trovò stupito da quell’aria così diversa, così fresca. Allora decise di aprire gli occhi e li vide: il cielo di un azzurro terso, il Sole giallo e caldo e una distesa di fiori di malva che gli sorridevano.
È successo qualcosa di incredibile, pensò, e io ne sono parte.
Mi chiamo Coelo, sono un fiore di malva e sono sbocciata oggi.
Cinque anni prima
Ho passato i primi anni della mia vita accoccolata tra le braccia calde e morbide della Terra, cullata dal costante tepore del Sole.
Bevevo durante la notte, quando l’acqua arrivava così in profondità e con qualche gocciolina mi lasciava anche le voci e i racconti di quello che succedeva in superficie. E poi, tutti i giorni, prima dell’alba, le radici di mamma mi raccontavano le storie del nostro passato e così mi addormentavo sognando grandi prati, eserciti di api e petali caldi di Sole.
Ma c’è una storia che la mamma mi racconta più spesso delle altre, parla di un bulbo che esce dalla Terra per incontrare il Sole ed è felice.
È una storia di fantasia e, a volte, mi fa sorridere: perché un bulbo dovrebbe voler uscire quando si sta così bene sotto la Terra? Ma la mamma è così felice di raccontarmela che sospiro e la lascio fare, ma… se proprio fosse vera vorrei sapere quando sta per succedere, così da ancorarmi saldamente al terreno perché io da qui, non esco.
Ecco anche il mio racconto per il POV!
Per scriverlo mi sono ispirata a quello che succede nel deserto di Atacama (Cile) dove una volta ogni 5/7 anni, grazie al El Nino, un fenomeno climatico, il deserto prende vita e si riempie di numerose specie di fiori colorati, vi suggerisco di cercarne le immagini!
Buona lettura 😛
Le avevo trovate pure io le foto ♥️ molto tenero il bulbo che se ne sta rintanato nella terra ♥️
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Sono andata a vedere il fenomeno di cui parlavi perché non lo conoscevo! Carinissimo il bulbo che vuole stare rintanato ❤ devo dire anche che la tua storia e quella di La Corte sono risultate abbastanza diverse su certi aspetti, l'ho trovato molto interessante!
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L’ha ripubblicato su Alice Jane Raynore ha commentato:
Presento a voi il punto di vista di Omnilegent! Il tema del mese era: il primo fiore del deserto!
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interessante
cmq, è il seme che sceglie di sbocciare in base alle condizioni climatiche esterne, non è raro che ci sia qualcosa fuori stagione che spinga la pianta a sbocciare per morire prematuramente
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